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Il Ponte della Maddalena, conosciuto ai più con il nome di Ponte del Diavolo, costituisce uno dei punti di interesse preminenti di tutta la Toscana.
Il Ponte attraversa il fiume Serchio nella località di Borgo a Mozzano, in provincia di Lucca.
A causa della sua forma, caratterizzata da archi di varie dimensioni, Il Ponte della Maddalena ha ispirato numerosi racconti sulla sua origine.
Le origini della leggenda
La leggenda narra che furono i cittadini del paese di Cividale del Friuli a prendere l’iniziativa di costruire un ponte di pietra. Il motivo? Volevano unire le due sponde del fiume. Tuttavia, nonostante la volontà, non riuscirono mai ad avviare il progetto per la complessità dell’opera.
Dopo vari tentativi, non sapendo più a chi chiedere aiuto, invocarono il diavolo. Coda, corna e occhi rossi: l’apparizione fugò subito qualsiasi dubbio su chi fosse il personaggio presentatosi al loro cospetto. Il diavolo comparve quindi ai cittadini di Cividale e subito si rese disponibile per dare il proprio contributo.
Ad una condizione. In cambio del suo aiuto infatti, il diavolo chiese l’anima della prima persona che lo avrebbe attraversato. I cittadini si riunirono in assemblea, al termine della quale deliberarono la decisione di accettare le condizioni poste. Il diavolo costruì il ponte in una notte. Per farlo, intervenne anche sua madre, la quale trasportò nel proprio grembo un grande masso che posizionò nel centro del fiume, sul quale tutt’oggi poggia il pilastro centrale.
L’indomani il diavolo pretese la ricompensa ma venne ingannato dai cittadini di Cividale del Friuli. Fu un cane –o forse un gatto, secondo un’altra versione della leggenda- ad attraversare il Ponte per primo, suscitando le ire del maligno. Quest'ultimo tentò quindi di distruggere la sua opera per vendicarsi del torto, ma fu immediatamente messo in fuga grazie ad una croce portata da tutta la popolazione.
Il fatto storico
La storia consegna le prime tracce del Ponte della Maddalena nel Duecento. In questo periodo, il Ponte era in legno e richiedeva continui interventi e restauri.
Fu nel 1422 che vennero avviati i lavori per la costruzione di un ponte di pietra. I primi passi furono mossi sotto la guida dell’architetto Jacopo Daguro da Bissone, proseguirono agli ordini di Eraldo da Villaco e terminarono sotto la direzione di Bartolomeo delle Cisterne.
Il Ponte del Diavolo venne distrutto durante la Prima Guerra Mondiale dalle truppe italiane. Durante la disfatta di Caporetto lo rasero al suolo nel tentativo di arrestare l’avanzata dell’esercito austriaco. Fu ricostruito dagli stessi austriaci nel 1918, un anno dopo la sua distruzione.
Il ponte che oggi richiama molti turisti sia dall’Italia sia dall’estero si erge 22 metri sopra il livello del fiume e si estende per circa 50 metri. Due arcate monumentali ne alimentano il fascino e l’interesse; il pilastro centrale poggia su un grande masso naturale.