Da Caravaggio a Paolini, i Pittori della Luce
Dal 08 dicembre 2021 al 02 ottobre 2022, la Cavallerizza di Lucca in Piazzale Verdi ospita la mostra “I pittori della luce. Da Caravaggio a Paolini”, curata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. Sono tanti i capolavori del Seicento ammirabili: circa 100 opere, provenienti da musei italiani e internazionali, dalle Diocesi e da collezioni private.
Fra Caravaggio e Paolini, una mostra impossibile
L’esposizione accende i riflettori sul ruolo della luce, elemento essenziale nella pittura dei “luministi”. Quest’ultimi, si sono distinti nel corso del Cinquecento e del Seicento proprio per il sapiente utilizzo della luce, protagonista di ogni opera.
La mostra abbraccia la scuola di pensiero che va da Caravaggio, il primo grande regista della storia dell’arte, a Pietro Paolini, artista lucchese famoso per il contributo alle tematiche estetiche della nuova scuola naturalista.
Caravaggio deve la sua celebrità alla capacità di coniugare perfettamente sensibilità ed esperienza nelle sue opere, al centro delle quali c’è l’uomo. L’utilizzo della luce e del buio caratterizza la produzione artistica, rendendo la sua arte perfettamente riconoscibile.
Tre opere del maestro della luce sono in mostra alla Cavallerizza, che definiscono tre momenti diversi del suo percorso artistico. In ordine cronologico, troviamo il Ragazzo che monda un frutto, il Seppellimento di Santa Lucia e Il Cadaventi.
La prima opera risale alla metà degli anni novanta del Cinquecento, in pieno esordio artistico.
Il Seppellimento di Santa Lucia guida il visitatore nel periodo dell’arrivo a Siracusa dopo l’evasione dal carcere di Malta. In Sicilia, Caravaggio concepì l’opera come pala per l’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro dove, secondo la tradizione, fu uccisa la Santa.
Con l’ultima opera esposta di Caravaggio, Il Cadaventi –provenienti dagli Uffizi di Firenze e visibile fino a marzo- si chiude il percorso rivoluzionario del celebre pittore.
Proprio con Il Cadaventi nasce un punto d’incontro con Paolini. Colpito dallo stile di Caravaggio, decide di tornare a Lucca con una serie di novità pittoriche destinate a diventare un marchio di fabbrica della produzione artistica toscana del periodo. A rendere celebri gli artisti di questa corrente sarà soprattutto l’utilizzo della luce in cupi notturni.
Non solo Caravaggio e Paolini
Fra le opere esposte, ci sono anche quelle di Giovanni Lanfranco, Maestro dei Vignaioli, Angelo Caroselli, Pietro della Vecchia e Antonio Gherardi.
Anche l’allestimento gioca un ruolo di primo piano nell’esposizione, grazie alle sculture di Cesare Inzerillo e Marilena Manzella. Le opere d’arte -un Sudario, una Pera, una Viola e un Candelabro- emergono dal buio delle pareti della Cavallerizza, riproducendo alcuni dettagli ingranditi dei dipinti esposti.
Ad accompagnare il visitatore durante tutta la mostra, ci sono le musiche originali di Lello Analfino.
“Dopo tutto questo buio a Lucca ritorna la luce”, parola di Vittorio Sgarbi. “La mostra” -ha proseguito- “parte dalla rivoluzione di Caravaggio, indiziaria, con la presenza di un’opera assai notevole come il Cavadenti, sulla quale, per taglio e genere, sicuramente Paolini dovette riflettere, testimoniando la più integrale coerenza tra i pittori di luce”.
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